TERAMO – (alessandro misson) Sui social e in televisione ci hanno ripetuto per mesi di restare chiusi in casa e di evitare gli assembramenti, mentre i nostri medici eroi combattevano il contagiosissimo Coronavirus.
Per spiegarci che dobbiamo stare a distanza di sicurezza gli uni dagli altri, hanno persino speso dei soldi nostri per una seirie di campagne di comunicazione.
Poi, che sia per un motivo di devozione religiosa, un’importante ricorrenza civile, oppure una visita istituzionale ad un ospedale (che alla fine è sempre la solita passerella politica, stavolta con mascherine, tute e guanti), sono sempre i nostri amministratori a dare il cattivo esempio.
Sembra quasi che non abbiano realmente compreso che le regole del governo valgono per tutti, anche per loro che invece sono i primi a non rispettarle e che – peggio ancora – talvolta le hanno rafforzate con ordinanze ancora più restrittive.
Quanto avvenuto questa mattina all’ospedale di Teramo durante la visita del presidente della Regione Marco Marsilio è esemplare: guardate le foto e provate a contare quanti sono all’interno degli stessi ambienti ospedalieri, stretti gli uni agli altri pur di entrare nella fotografia: medici (e ci può stare, visto che lavorano lì), dirigenti sanitari, amministratori locali, amministratori regionali, il governatore, le guardie di sicurezza, gli annessi ed i connessi.
Non è forse un assembramento anche questo, con tanto di commistione tra chi proviene da fuori l’ospedale e chi invece lavora negli ambienti dell’ospedale? Il fattore "R zero” è minore se c’è un politico di mezzo? O forse la politica abruzzese è più forte di tutto, anche del Coronavirus?